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Strisce pedonali 23 gennaio 2010

Posted by Francesco in sostenibilità, tecnologia, vita personale.
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L’occasione per parlare di strisce pedonali è il quasi investimento subito a semaforo verde…per i pedoni.
E’ un problema di civiltà o si può fare realmente qualcosa per migliorare le strisce pedonali disegnate sulle strade di tutto il mondo?

Un’idea interessante, prodotta da Art Lebedev, proviene dalla Russia, strisce proiettate dall’alto. Serviranno davvero a segnalare meglio gli attraversamenti pedonali?

Altra idea interessante dalla Sud Korea. Seungkyun Woo ha pensato al mondo delle scuole e quindi ai più piccoli, ma queste strisce potrebbero essere utili a tutti. Il progetto chiamato School Zone, le strisce hanno delle luci che indicano quando attraversare grazie a delle frecce luminose da seguire. Queste luci inoltre sono alzate rispetto al livello della strada così permettendo agli automobilisti una maggiore visibilità.

Hanyoung Lee invece ha pensato che basta proiettare tramite laser una sorta di muro con delle immagini sopra per destare l’attenzione degli automobilisti e segnalar loro che il semaforo è rosso.

Infine c’è un’idea che proviene dalla nostra Italia. La GDR Segnaletica inserisce dei LED sulle strisce pedonali. Con questa idea l’azienda di Villarbasse, nei pressi di Torino, ha proposto di trasformare gli attraversamenti pedonali in percorsi illuminati. Praticamente un un sistema di illuminazione dal basso per evitare i problemi dovuti alle ombre. Questi led ad alta emissione sono autoalimentati da pannelli solari integrati.

Verranno mai adottati in tutte le nostre città?

Musica per Haiti 20 gennaio 2010

Posted by Francesco in sostenibilità, vita personale, web.
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Anche gli artisti supportano Haiti e lanciano una raccolta di fondi grazie al loro bene più prezioso, la musica. Music For Relief è una iniziativa di Peter Gabriel, Linkin Park (fondatori), Alanis Morissette, Dave Matthews Band, Enrique Iglesias ed altri autori che permettono ai visitatori del sito di scaricare la loro musica (una intera compilation) in cambio di una somma di denaro che sarà donata (interamente!) a United NAtion Foundation, Habitat for HumanityDave Matthews Band’s BAMA Works, per acquistare alloggi, cibo, acqua e beni di prima necessita. Sul sito è possibile ascoltare liberamente i brani e scaricarli anche prima di effettuare la propria offerta, ma sinceramente sarebbe squallido e triste se qualcuno non rispettasse la promessa di donazione.

Un video che presenta l’iniziativa

E come non ricordare l’iniziativa dei cantanti italiani in occasione del terremoto che ha sconvolto L’Aquila e l’Abruzzo.

Un aiuto per Haiti. Aziende in primo piano 18 gennaio 2010

Posted by Francesco in brand, sostenibilità, tecnologia, vita personale.
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Vorrei segnalare alcune aziende che si stanno dando da fare per aiutare la popolazione di Haiti colpita da terremoto. Ce ne sono a migliaia, ognuno cerca di dare il proprio piccolo o grande contributo attraverso donazioni, raccolta fondi, tecnologia o iniziative sul campo.
Di seguito alcune che spero possano essere di ispirazione anche per altre aziende, magari italiane:

GOOGLE
In collaborazione con il Dipartimento di Stato USA ha realizzato un People Finder online, presente sul sito di Google in risposta alla crisi e che tutti possono comodamente embeddare sul proprio sito web o blog. In questo modo gli utenti possono sia segnalare le persone disperse che fornire informazioni. Al momento il gadget è disponibile in lingua inglese, francese e creola.
Inoltre tramite Google Voice gratuito per le prossime 2 settimane sarà possibile per le famiglie americane stare in contatto con i propri cari rimasti bloccati ad Haiti.
Sempre Goggle mette a disposizione di chi sta lavorando nelle zone del disastro una Haiti Map Maker data.

MICROSOFT
Attivo il Disaster Response Team per monitorare la situazione ad Haiti. Nell’immediato l’azienda sta predisponendo delle infrastrutture di telecomunicazione temporanee per permettere alle associazioni umanitarie di comunicare al meglio e supportare i feriti. Si parla di 1,25 milioni di dollari. Precedentemente la Microsoft era stata così pesantemente attiva in occasione di Katrina e del terremoto in China.

P&G
Sta collaborando con molte associazioni umanitarie come World Vision, Pure Compassion Ministries, Samaritan’s Purse, Global Medic e PSI, fornendo in primis acqua, 3 milioni di PUR Purifier of Water, prodotti per l’igiene e denaro (sia direttamente che attraverso la generosità dei propri dipendenti).

UNILEVER
Ha donato 500 mila dollari al World Food Programme delle Nazoni Unite e incoraggia i propri dipendenti a contribuire con dei prodotti.

GE
Pesante contributo economico con ben 2,5 milioni di dollari. In aggiunta la GE Foundation donerà il 100% di quello che sarà donato dai dipendenti dell’azienda.

TOYOTA
Toyota dona 500 mila dollari a 3 organizzazioni umanitarie: la Croce Rossa Americana, Save the Children e Medici senza Frontiere.

MC DONALD’S
La catena di ristoranti più famoa al mondo dona 500 mila dollari e in più aggiunge la stessa cifra che riuscirà a raccogliere la Arcos Dorados, società vicina ai Mc del sud America. Questa donerà 50 centesimi per ogni big mac venduto.

UPS
Il marchio di spedizioni ha deciso di donare 500 mila dollari cash e altrettanti alle varie organizzazioni umanitarie impegnate nei soccorsi, oltre al proprio supporto logistico.

H&M
Il famoso marchio di abbigliamento svedese dona 100 mila dollari a supporto delle azioni dellUnicef su Haiti.

AMERICAN EXPRESS
La banca americana dona 250 mila dollari a vari organizzazioni umanitarie e permette agli utilizzatori delle proprie carte di credito di donare in libertà alle stesse associazioni.

Virtual game a supporto di Haiti 16 gennaio 2010

Posted by Francesco in social network, sostenibilità, vita personale, web 2.0.
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Ricorderemo questi giorni come quelli del terremoto che ha raso al suolo Haiti e sconvolto l’intero mondo. Singoli, associazioni ed aziende, attraverso tecnologia, azioni benefiche e donazioni, cercano di far pervenire aiuti immediati a quel che resta della popolazione haitiana.
Oggi vorrei segnalare l’iniziativa dell’azienda statunitense Zynga, attiva su Facebook, Myspace, Bebo, Hi5 e Friendster con molti virtual game. Dal 14 gennaio sta utilizzando i suoi principali giochi, Farmville, Mafia Wars, Zynga Poker e FishVille (a partire dal 15 gennaio), per raccogliere donazioni da destinare al World Food Programme. Gli utenti attivi di questi 4 giochi superano i 40 milioni. Cosa sono chiamati a fare? Su Farmville possono comprare del grano bianco, in Mafia Wars dei tamburi haitiani, su FishVille del pesce del posto al prezzo di 10 dollari, mentre nel Poker delle speciali chip. L’intero ricavato sarà devoluto al WFP.  E’ possibile effettuare anche delle donazioni dirette, senza dover passare per i virtual game, su zynga.org.

Queste le parole di Mark Pincus, Ceo di Zynga: “The devastation in Haiti is unimaginable, and anything we or our users can do is tiny compared to the utter loss for this nation”.

Interessante sottolineare inoltre come il WFP sia in sintonia con il mondo dei blogger grazie all’iniziativa “Blogger against hunger“.

Auguri brandizzati 25 dicembre 2009

Posted by Francesco in advertising, vita personale.
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Vi faccio i miei auguri con il classico spot natalizio di Coca-Cola. 30 secondi che sfiorano il cuore grazie alla deliziosa colonna sonora “I can’t help falling in love” di Elvis Presley, cantata da Katharine McPhee.

Creating Sustainable Enterprise 13 febbraio 2009

Posted by Francesco in eventi, sostenibilità, vita personale.
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Lo scorso venerdì David Williams è stato ospite di Ericsson ed ha parlato di sostenibilità. Una bella iniziativa dato che era il giorno di “M’illumino di Meno“, evento ideato da quelli di Caterpiller per sensibilizzare singoli ed aziende al risparmio energetico. Io ero lì ad ascoltarlo ed ho provato a bloggare in diretta..
Il focus della giornata sul macro obiettivo “Creating Sustainable Enterprise”. In sintesi si sono toccati concetti come collaborazione, condivisione, experience learning, dialogo, azione e passione. Praticamente l’azienda per Williams non si deve più trovare di fronte alla scelta se generare profitto o rendere il mondo un posto migliore…le 2 possono e devono andare di pari passo.
Secondo Williams è fondamentale per un’azienda piccola, così come per una multinazionale, chiedersi come diventare Sostenibile. Prima di tutto ci si devono porre delle domande, del tipo:

Purtroppo le slide erano inguardabili a causa di una presunta non compabilità tra il proiettore ed il suo Mac book.

Ci trovavamo di fronte ad un guru del settore ma secondo me il seminario è stato troppo incentrato sull’azienda fondata e rappresentata da Williams, la Impact International

– La gente è orgogliosa di lavorare in questa azienda?
– I clienti hanno fiducia nel nostro brand?
– Conosciamo l’integrità dei nostri fornitori?
– Usiamo in modo sostenibile le nostre risorse?
– Facciamo investimenti a lungo termine?
– Cosa stiamo facendo per l’ambiente?
– Calcoliamo gli effetti delle nostre azioni sulla società?

Di seguito invece i 6 passi per diventare Sostenibili:

Illuminate – chiedere a che punto si è con la sostenibilità, misurare la percezione corrente;
Inspire – aprire cuori e cervelli dei leader d’impresa per sensibilizzarli sull’importanza di essere sostenibili. In soldoni presentare best practices e powerful experiences;
Engage – Rendere i leader capaci di identificare, comunicare ed implementare una strategia per poi trasmetterla al resto dell’organizzazione;
Energise – coinvolgere tutti gli stakeholder nel dialogo, crear eeventi di condivisione, incontrare le comunità e le Ong;
Innovate – pensare e creare nuovi prodotti, servizi e modi di lavorare;
Evaluate – valutare i risultati, soprattutto in chiave “percezione”, “performance” ed “innovazione”.

Oltre a questo c’è poco altro da segnalare. Ad esempio ci sono state alcune domande di manager E/// a cui David ha risposto in maniera piuttosto scontata.
Un plauso invece al “motto” dell’azienda: Doing well by doing good.

Una poesia che smuove tanti ricordi 13 ottobre 2008

Posted by Francesco in vita personale.
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Di seguito pubblico una poesia in vernacolo reatino scritta da un caro amico, Daniele, ora professore di matematica all’università di Ginevra. Questa mattina quando l’ho vista pubblicata su Facebook, sulla pagina dei ricordi del liceo, sono riuscito a commuovermi. Sono passati 10 anni da quella indimenticabile Quinta_C, e sapere che siamo ancora così uniti e che i ricordi sono sempre ben saldi dentro di noi, non può che far piacere.

Ah, giusto per la cronaca, il caro Daniele, alias Capoccia, è un genio onnisciente non che cultura della toppa.

AQUINDACCI’

10 anni, icémo ssocì, so quasi passati/
que se te guardi intorno almeno se so pure pelati/
Vicavi ce tenea la evve moscia e na bella scrima/
ella ce tenea,e capéa de computer solo issu…prima../

E que dì, pò deu King Adriani/
su a lavagna sempre ce stea scrittu: Il re dei deretani/
Invece deo dì que bè se mantenuta Cinziotta/
a cui sempre e volentieri daria na botta…//

Que jò pe Roma co Cianetti so sempre jorni belli/
ne fau pochi, (esse iciu), de macelli /
co ella fratta n’capu e a bambolina du sol levante/
ai 100 jorni o issi que no erano e più sante.. //

Ma su, o sapete , que stajo a scherzà…/
que se no a cuggina se potria pure n’cazzà…/
daje Salla miss Italia fatte na risata/
mo que sì architetta a messaggeria mell’hai perdonata??//

Quanti belli sabati, fori a scola sotto u cielo/
a fa e Disputationes co Fili, Raf, U tostu e Pelo/
e se Paolone tenea i compiti poco “ermetici”/
nui penseamo de esse filosofi peripatetici../

Do so iti illi tempi? E dove illi quaderni??/
U Tostu è fenito a gioca a Terni/
e tra na cianca rotta na mappina qua e là/
su ppe Teramo se ito a sistemà/

Pelo n’vece mo se ne sta a Roma/
ce so ito a troallu na vote e ajo reschiato lu coma../
vu direte.. te parea…tanto pe cambià/
quanno tirò u fojo da a fenestra Paolone o volea caccià/

Raf fa u laoru giustu pe evade u fiscu/
è itu a ddà u “calore” loco do fa sempre friscu/
Fili era sparitu, non se sapea que fà../
alla fine pure issu aémo fattu rescappà//

A issi piacea de scrie i film co protagonista Gloria/
ma pure a tigre oramai t’è la sua storia/
s’ è accasata a l’aquila “beja mè”/
e je faccio tanti auguri essa sa lu preché..//

E scusame se lla ote, a fiera de S.Antonio provai/
a toccatte do lu sole nun batte mai/
Oppu a llu poru Bianchini j’ha faceste bella/
tenea tantu smartu que parea na puttanella //

Certu ne ssa foto ce sta gente/
que me chiedo que fine ha fatta veramente/
ce sta pure queuna co u sguardu torvo/
…deo cambia discorso??..ajo capito se parlo deu c….//

Ce sta chi ha troato a pace, chi laora in banca/
chi s’è sposatu(?), chi è diventatu gay(?), chi pé a laurea pocu je manca/
ce sta pure chi come mi, t’è bisogno de ricordi lontani/
e che guarda sempre areto prima de guarda lu dimani..//

Elle belle serate in preda alla mappina/
na carriera che comenciò (ahah) a lido de spina../
iceamo o jemo da rino o non venemo più a magna/
na sera co 15 mila lire, pure na rissa ce stea a scappa..//

e li professori a cui voleamo n’ fonnu bene/
co issi aemo passati bei momenti nsieme/
ce stea chi sta ancora loco, chi è itu in pensione, /
se n’è ito purtroppo altrove,chi icea “senti nì cali dda montagna ddeu sapone..” //

E sse certi jorni erano n pò “claustrofobici”/
oppo ce pensavo io a favve li scherzi telefonici/
a ugni ora nu squilletto a tutti/
que era u cellulare o sapea solo Margutti//

Que v’addajo ice? innanzi ai trent’anni de cresce non me va/
forse non so capace, que ce posso fa??/
na biretta, na storia de n’ora, na malinconia…/
un sogno a occhi aperti..que u tempo se porta via…/

Mo qu’ ajo ette tutte sse cazzate/
non ve vojo più scoccià co sse pensate/
ma n’ fonnu è bello que alla fine non ce sse crucci/
delli tempi iti nsieme au liceo carlo jucci//

E se u futuro sembra pienu de incertezze e affanni/
io na cosa saccio de tutti ssi novi anni/
que se foco, tempesta o sole ce sarà/
dau core meo, mai niciuno ve cancellerà//

daniele

Convinto della mia scelta 2 ottobre 2008

Posted by Francesco in vita personale.
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Nel savescreen del mio Pc passa questa frase di B. Franklin: “Se vuoi renderti conto del valore del denaro, prova a chiedere un prestito”. E da poco ho scoperto anche queste altre parole dello stesso Franklin: “Si può ragionevolmente ritenere che chi pensa che il denaro possa tutto, sia egli disposto a tutto per il denaro”.
Bene, oggi lascio tutto ciò. Tra qualche giorno sarà libera la posizione di responsabile marketing e comunicazione, ma nessuno prenderà il mio posto…o almeno fino a che si renderanno conto della Necessità. Comunque ci penserà qualche brillante dirigente a portare avanti la baracca. Ho già salutato collaboratori, fornitori, agenzie etc…momenti tristi, perché con loro ho condiviso successi e scazzi quotidiani.
Una decisione scaturita da tanti fattori umani e professionali, dall’ennesima delusione operativa e manageriale, e da una nuova opportunità davanti a me…che posso ancora cogliere perché non ho una famiglia da mantenere e ho una voglia innata di imparare.
Ora mi godo la posizione di dimissionario.

Personale – scelta di vita? 25 settembre 2008

Posted by Francesco in vita personale.
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Torno ad aggiornare il blog dopo le vacanze estive e gli stravolgimenti delle ultime settimane.

Trovarsi, all’improvviso, davanti ad una importante scelta professionale e non sapere dove sbattere la testa. Eccoci qui, il dilemma è….rimanere in un ruolo di responsabilità in una piccola azienda (in un settore ostico, un’organizzazione che paga lo scotto di esser giovane, ma con un contratto a tempo indeterminato) o accettare un ruolo da ultima ruota del carro, con un contratto di “non lavoro” a scadenza certa, ma in una multinazionale davvero super?

Mi pentirò di qualsiasi scelta faccia…temo che saranno giorni di profonda riflessione, nel frattempo provo a capire meglio ciò che troverei. Di sicuro so quel che lascio.

Analisi semiotica di uno spot sociale 10 luglio 2008

Posted by Francesco in advertising, premi, semiotica, sostenibilità, vita personale.
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Alcuni giorni fa un mio articolo scritto qui ha superato le 13000 visite. Si tratta di una analisi semiotica tratta dalla mia tesi di laurea (10_11_2004). Il motivo che allora mi ha spinto a pubblicarla è stato un forte desiderio di condivisione, in un periodo non del tutto 2.0. Quando mi affannavo alla ricerca di esempi di analisi semiotiche non trovavo mai nulla in rete. Ecco che io ho voluto lasciare questo piccolo regalo a chi dovrà confrontarsi con una analisi semiotica, sia essa per un esame che per una tesi di laurea.

La particolarità è che si tratta dell’analisi di uno spot sociale, firmato Pubblicità Progresso. Si tratta solo di una piccola parte della mia tesi di laurea, incentrata sul confronto tra i linguaggi e comunicazione di Pubblicità Progresso e Advertising Council.

Ho ricevuto molti contatti e-mail da parte di ragazzi che mi chiedevano un aiuto pratico. Purtroppo per realizzare una analisi semiotica ci vuole molto tempo ed un lavoro di analisi del testo, sia esso audiovisivo che altro, assai pignolo….ma chiedere non costa nulla.

Ripropongo l’analisi semiotica anche su questo blog:

analisi_semiotica_spot_sociale (pdf, 33 KB)

Di seguito propongo un tentativo di analisi semiotica dell’ultimo spot sociale realizzato da Pubblicità Progresso per la sua ultima campagna, utilizzando i principali concetti del settore.

Nello spot sono rappresentati i momenti chiave della giornata di un uomo colto dalla sindrome di Down. Assistiamo al suo risveglio, alla colazione, al viaggio verso il lavoro ed è in una cooperativa che poi lo vediamo impegnato, così come i suoi compagni, in piccole ma significanti attività. La sintesi della giornata tipo del nostro protagonista è intervallata da alcune inquadrature in primo piano dove c’è la sua presentazione e quella di altri ragazzi Down. Ma ci sono anche inquadrature che lo raffigurano in un campo innevato impegnato nel giocare con un pallone, nel leggere un libro, nel guardare il sole o semplicemente nell’ammirare un treno che passa.

Le tecniche di comunicazione pubblicitaria mostrano qui tutta la loro capacità nell’offrire, in un tempo ridotto, una notevole quantità di informazione e di emozione attraverso l’integrazione di due forme espressive, quella verbale (musica e parole) e quella visiva. Lo spot, in onda sulle principali emittenti televisive italiane dal 10 Marzo 2004, ha una durata di 40 secondi. Ma ricordiamo che è stato tratto (con un abile lavoro di montaggio) dal videoclip di 3 minuti e 30 secondi diretto dal regista Lo Giudice, che ha più volte collaborato con Lucio Dalla. Lo spot è stato girato proprio presso la Cooperativa solidarietà e vede come protagonisti i ragazzi disabili che vi lavorano e vivono. Un ruolo maggiore rispetto agli altri lo ricopre Ciccio (Sergio Borsetti), tanto da esser considerato il vero e proprio testimonial.

Lo spot è composto da 27 inquadrature in rapida successione tra loro, un elemento tipico di quasi ogni commercial al giorno d’oggi e sono caratterizzate dalla quasi staticità della macchina da presa. Quindi assistiamo ad una netta prevalenza del movimento del «profilmico» rispetto al movimento di macchina. Significa che viene riprodotto il movimento registrando ciò che si muove dentro il quadro dell’inquadratura. La profondità di campo di alcune inquadrature è bilanciata dai primi piani e dalle mezze figure con cui sono inquadrati alcuni soggetti. La prima inquadratura (2 secondi circa) si apre con lo schermo nero; successivamente iniziamo ad intravedere una piccola luce ed un uomo (Ciccio) inquadrato di spalle in mezza figura. La telecamera è fissa e capiamo che l’uomo sta aprendo la finestra. Si nota il paesaggio innevato, il cielo nuvoloso ed un sole nascente che indica l’inizio della nuova giornata. Nella seconda inquadratura (1,5 secondi circa) vediamo un treno scorrere sulla sinistra ai bordi di un prato coperto di neve. C’è quindi un leggero spostamento della cinepresa sull’asse, verso sinistra, che ci fa scoprire l’uomo della prima inquadratura mentre osserva un treno in movimento. Nella terza inquadratura (0,8 secondi) abbiamo di nuovo la camera fissa che inquadra Ciccio di spalle davanti allo specchio di un bagno; è in pigiama e sta lavando il suo viso che è riflesso nello specchio. La quarta inquadratura (1,8 secondi circa) ci mostra un contenitore d’acqua in primo piano ed un bicchiere; c’è un movimento sull’asse in verticale, dal basso verso l’alto, che ci fa scoprire di nuovo Ciccio (vestito per uscire) intento nel versare l’acqua. La quinta e sesta inquadratura (in totale 1,7 secondi circa) ci mostrano di nuovo l’uomo sul campo innevato che si toglie il cappello di lana e guarda in lontananza il passaggio di un pulmino ed il sole in parte coperto dalle nuvole. Nella sesta inquadratura ci si avvicina al volto di profilo. Nella settima inquadratura (2 secondi circa), siamo nell’ambiente di lavoro di Ciccio e lo si nota dagli scatoloni e dalle persone, tutte a far qualcosa di manuale. Il protagonista è sulla destra, con il braccio sinistro alzato saluta i compagni di lavoro, si volta e cammina verso la cinepresa. Qui l’operatore con la telecamera a mano, indietreggia leggermente. Nell’ottava e nona inquadratura (in totale 2,7 secondi circa), vediamo dapprima Ciccio in mezzo al solito prato mentre gioca con un pallone, lo calcia e successivamente assistiamo ad un suo primo piano e lui, sorridente, palleggia con i piedi. La decima inquadratura (1,5 secondi circa) ci porta dentro ad un autobus, Ciccio è seduto e guarda fuori dal finestrino illuminato da un raggio di sole. Notiamo la presenza dietro di lui di un’altra persona probabilmente affetta dalla stessa sindrome. L’undicesima e dodicesima inquadratura (in totale 1,8 secondi) ci mostrano l’uomo al lavoro, il suo lavoro; la mano afferra qualcosa e la cinepresa con un movimento verticale ci mostra il suo volto in primo piano. Nella tredicesima inquadratura (0,9 secondi circa) torniamo nel campo innevato e questa volta il testimonial è seduto in terra, appoggiato ad un albero, mentre legge le pagine di un libro. La quattordicesima inquadratura (3,5 secondi), la più lunga di tutte, fa parlare Ciccio che, in primo piano si presenta: «Io mi chiamo Ciccio. E allora?» Nella quindicesima (1,8 secondi circa) con un totale vediamo l’uomo muoversi e ballare vicino all’albero dove prima era seduto. A partire dalla sedicesima inquadratura fino alla ventiduesima (circa 5,3 secondi in totale) non abbiamo più il nostro protagonista ma i suoi compagni, che pronunciano la frase interrogativa: «E allora?». Si tratta di uomini e donne ripresi in primo piano o a mezza figura. Si stacca dalle precedenti la ventiduesima inquadratura che vede protagonista una ragazza, dapprima con gli occhi abbassati e poi rivolti verso la telecamera, che però non parla; lo fa per lei il suo volto ed il suo sorriso. Successivamente abbiamo uno stacco netto su nero e compare in bianco il pay-off della campagna «Se tu potessi sentirti come me, capiresti il bello della vita». A questo punto c’è una dissolvenza e ricompare, nella ventiquattresima inquadratura (1 secondo) Ciccio in primo piano che ride a bocca aperta e sembra divertito. Con un altro stacco abbiamo poi, in alto su sfondo nero, il logo di Pubblicità Progresso e più in basso prima il titolo della canzone «per sempre presente» e poi l’indirizzo e-mail http://www.eallora.org.

Questa inquadratura è autonoma e ri-semantizza le inquadrature precedenti manifestandole senza possibilità di fraintendimenti come spot sociale. Qui da una dimensione diegetica ci troviamo embrayati ad una dimensione discorsiva extra-diegetica. Praticamente non è più Pubblicità Progresso che ci mostra quelle immagini, ma è lo stesso istituto che ci dice che dietro tutto c’è la sua firma. Una dissolvenza incrociata ci introduce alla ventiseiesima inquadratura (1 secondo), col primo piano di Lucio Dalla, autore della canzone, che pronuncia anch’egli l’interrogativo «E allora?», accompagnato da uno sguardo serio. In sovrimpressione ricompare l’indirizzo e-mail. Un’altra dissolvenza incrociata ci porta in un sipario nero su cui compare maiuscolo, a grandi caratteri con una pulitissima scritta in bianco, il super «E Allora» che chiude lo spot.

È come se si manifestassero due discorsi incassati: un primo discorso inglobato, dato da Ciccio, i suoi sogni, i suoi amici che si presentano ed un secondo discorso inglobante, in cui si svela sia Pubblicità Progresso che Lucio Dalla, anche se il cantautore è presente con la sua musica lungo tutto lo spot.

Da notare l’importanza del montaggio (vera e propria sintassi di uno spot), qui simile ad una griglia in cui si possono collocare, ritrovando ordine, i fotogrammi, accostati secondo regole non cronologiche. Esso fa scattare la nostra comprensione e accende l’interesse per ciò che stiamo guardando. Sicuramente tale spot non si identifica come una storia, che invece è caratterizzata dalla presenza di sequenze di eventi che si sviluppano secondo una logica temporale-causale.

A parte le frasi diegetiche di presentazione dei soggetti dello spot, nel testo manca la dimensione del parlato. Ciò non fa altro che accentuare l’importanza della musica composta appositamente da Lucio Dalla per Pubblicità Progresso. Tale sonoro non è sovrapposto semplicemente alle immagini ma è un principio regolatore dell’organizzazione sincretica. In esso ritroviamo musicata all’inizio anche la frase pronunciata poi dai protagonisti: «Io mi chiamo (…) e allora?». Si tratta di un chiaro esempio di isotopia figurativa, ossia la ridondanza di un seme concreto lungo tutto il testo o lungo una sua parte. Viene anche descritta dalla Pozzato come un filo rosso semantico che percorre un testo garantendone la coerenza. Greimas la definisce come un «insieme ridondante di categorie semantiche, insieme che rende possibile la lettura uniforme». Assistiamo solo ad un leggero crescendo in intensità e tensione, quindi ad un climax espressivo, che si scioglie quando compare nell’ultima inquadratura Lucio Dalla. La musica all’interno dei testi audiovisivi è stata considerata importante da molti autori, tra cui Julien. Ha individuato tre modalità di manifestazione del senso: la musica del prodotto, quindi nel nostro caso del tema, quella del target e la musica del testo, dove l’ispirazione musicale deriva dalla natura del testo pubblicitario. Lo stesso autore ci parla di 5 funzioni che la musica è in grado di svolgere: demarcativa, decorativa, affettiva, poetica e implicativa. Quest’ultima è presente nel nostro spot in quanto rinforza il contatto con lo spettatore e lo concretizza sotto forma musicale, oltre a fornire un impatto nella memoria del destinatario.

A livello narrativo e discorsivo lo spot gioca sulla compresenza di due momenti temporali distinti: la giornata tipo di Ciccio, con tutte le sue attività ed un tempo indefinito, rappresentato da tutti quei momenti di voglia di vivere che vedono l’uomo, immerso nel verde, compiere gesti che dimostrano la sua normalità. Questi momenti richiamano l’idea di un sogno ma non possono esser racchiusi in una sequenza a parte perché queste inquadrature si intervallano con quelle che descrivono il resto della vita di Ciccio. Possiamo anche parlare di un continuo debrayage al tempo del sogno ed un altrettanto continuo embrayage al tempo dell’ora, della realtà. A sua volta questo tempo è debrayato rispetto all’istanza di enunciazione.

Per quanto riguarda il programma narrativo (seguendo il modello attanziale di Greimas) riconosciamo nella figura del Soggetto «il mondo della disabilità» in generale (quindi coloro che si sentono normali anche se dai più non vengono considerati tali). In questo senso Ciccio rappresenta un’unità partitiva in quanto è stato selezionato proprio lui da quella totalità partitiva, rappresentata dalla Cooperativa Solidarietà. Quindi l’attore è qui qualcosa in più del suo ruolo attanziale dato che possiede l’individualità, sancita anche da un nome proprio (ricordiamo che è lui a presentarsi, a dirci il suo nome). Essi sono alla ricerca del loro Oggetto di valore, dato dall’«abbattimento dei pregiudizi». Essendo in presenza di uno spot sociale l’oggetto risulta essere molto astratto, ma ricordiamo che non contano tanto le caratteristiche intrinseche dell’oggetto, quanto la valorizzazioni di cui esso si carica di volta in volta, contestualmente. Il ruolo attanziale del Destinante è ricoperto da Pubblicità Progresso, che ci ricorda la sua firma e presenza nelle ultime inquadrature, dove compare anche il proprio logo. Quest’ultimo è designato a firmare l’annuncio, a comunicare cioè al destinatario chi è il soggetto che si rivolge a lui con questo testo pubblicitario. È proprio a partire dall’idea di tale istituto che vengono rese salienti le tematiche dell’abbattimento del pregiudizio, del lavoro per tutti e del rispetto per ogni vita umana. Per quanto riguarda il ruolo del Destinatario è implicito che sia ricoperto dall’ampio target a cui si riferisce lo spot sociale, quindi in generale a tutta la popolazione italiana. Il ruolo di attore che svolge la funzione di Adiuvante è invece ricoperto da Lucio Dalla; è presente sia con la sua canzone che con l’apparizione alla fine dello spot, dove ripete anch’egli il claim «E allora?». Invece il ruolo di Oppositore implicitamente è ricoperto da coloro che hanno ancora dei pregiudizi nei confronti dei disabili.

Per quanto riguarda il piano dell’articolazione modale il soggetto è modalizzato secondo il «voler fare» ed il «poter fare»; infatti la ripetizione dell’interrogativo «E allora?», la fermezza con cui esso viene pronunciato, gli sguardi in camera, tutto fa pensare che siano proprio queste le modalità con cui il soggetto viene reso competente. Anche l’adiuvante sembra essere modalizzato secondo il «voler fare» e lo dimostra il fatto che con uno sguardo serio si rivolge al pubblico e pronuncia l’ennesimo «E allora?», in un tono ai confini tra l’imperativo e l’interrogativo.

A livello semionarrativo profondo quindi si può rintracciare una contrapposizione tra «Presente» e «Futuro». Un presente caratterizzato dal lavoro, dalle amicizie, dalle routine giornaliere ed un futuro legato al sogno, alla speranza di una maggiore libertà, di un maggiore apprezzamento, di una vita senza pregiudizi. «Tutti facciamo tutto e se tu che mi credi diverso potessi sentirti bene, felice, come me, lo capiresti», è il messaggio che si vuol lanciare. Ma questo futuro ancora non c’è ed è per questo che Pubblicità Progresso ha deciso di intervenire con lo spot sociale; ed è per questo che possiamo parlare di un programma narrativo virtualizzato, attualizzato, ma non ancora realizzato. Il quadrato semiotico, ideato da Greimas è una struttura che consente di articolare, sulla base di una serie di rapporti diversi (opposizione e implicazione), qualsiasi processo di significazione che prenderà successivamente forma nelle strutture discorsive. Viene visto come la rappresentazione visiva dell’articolazione logica di una categoria semantica qualsiasi. I vertici superiori sono legati dalla relazione di contrarietà (quelli inferiori invece da relazioni di sub-contrarietà), le diagonali tra vertici opposti da relazioni di contraddittorietà, i vertici non opposti da relazioni di complementarietà. Questa struttura profonda è incaricata di fornire la base logico-semantica alle successive operazioni propriamente narrative.