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I nostri sogni da bambini 28 luglio 2008

Posted by Francesco in Senza Categoria.
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Parlare dei sogni da bambino, davanti a milioni di persone, sapendo che si sta per morire. Questo post non c’entra nulla con il mondo del marketing ma anche io voglio applaudire il coraggio e la lezione di vita del Prof. Randy Pausch. Il professore della Carnegie Mellon University è morto di tumore al pancreas lo scorso 25 luglio e la sua ultima lezione, tradotta in più lingue, è stata visualizzata da milioni di persone.

Addio Randy.

Rallenta, la velocità uccide. 25 luglio 2008

Posted by Francesco in advertising.
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Comunicazione sociale è il blog di Comunicando il sociale. Un progetto davvero interessante dove far confluire la comunicazione sociale e di pubblica utilità di tutto il mondo…Si definiscono come Uno spazio libero in cui confrontarsi, portare le proprie esperienze, scambiarsi prassi, idee e sogni.

Sono preso da molte delle campagne presenti su questo blog ma oggi scrivo qui, affascinato da come la DRAFTFCB rumena ha affrontato il topic della velocità in macchina. Un insight geniale, una realizzazione tutto art….un sempllice tratto di penna che trasforma la quinta marcia di un cambio nella linea piatta di un battito cardiaco. Cosa dire di più, Speed Kills. Punto.

Agenzia: DRAFTFCB Bucarest, Romania
Creative Director: dragos radulescu
Copywriter: Andrei Zabet
Art Director: Radu Ghitescu

Nasce Knol e la Moderated collaboration 24 luglio 2008

Posted by Francesco in web 2.0.
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La casa di Mountain View annuncia tramite il suo blog la nascita di Knol. Una sorta di Wikipedia in cui ogni persona può diventare la voce autorevole su un determinato argomento o topic. Sono ammessi più knol sullo stesso tema ma l’importante è che la fonte sia considerata autorevole. E, sempre secondo la grande G., nasce un nuovo metodo di lavoro, molto 2.0, la “moderated collaboration”. Ossia la fonte autorevole può accettare suggerimenti da parte di altri utenti e prima di pubblicarli (o meno) può anche modificarli o adattarli. Non mi sembra qualcosa di nuovissimo….

Nel blog appena è accennato il discorso ma per me rappresenta il vero core business di Knol: la possibilità di associare a questo nuovo strumento il vecchio AdSense. Il tutto a discrezione dell’autore, della fonte autorevole, che riceverà una percentuale, revenue share, sugli ads inseriti nei suoi scritti.

Il test della caffeina 18 luglio 2008

Posted by Francesco in follie.
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In pausa c’è chi fuma una sigaretta, chi beve un caffè, chi fa 4 chiacchiere e chi, come me, legge i feed e scova il test della caffeina. Si tratta di una piccola prova fisica che (scherzosamente) vuol determinare quanta caffeina hai assunto fino a quel momento. In spiccioli bisogna cliccare come un indemoniato sul mouse per 30 secondi di fila….per arrivare a scoprire come si è messi con la caffeina e l’iperattività. L’ultimo stadio (penso più di 250 clic) ti annuncia che potresti essere vicino alla morte!!! Io sono sopra la media, ma giuro che mentre lo facevo sono scoppiato a ridere perché pensavo allo sbigottimento di qualcuno che sarebbe potuto passare davanti alla porta del mio ufficio.The Caffeine Click Test - How Caffeinated Are You?
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30 secondi, 3 milioni di dollari, 3 ragazzi geniali 16 luglio 2008

Posted by Francesco in web 2.0.
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Come far parlare di se? Semplice. Chiedetelo a questi 3 ragazzi americani.

Stanchi dei costosissimi e griffatissimi spot trasmessi durante il Superbowl, hanno creato una semplicissima pagina web in cui raccogliere donazioni per comprare un 30 secondi (al prezzo di 2,7 milioni di dollari) durante l’Evento sportivo del prossimo anno. E cosa c’è di strano? Non trasmetteranno nulla che pubblicizzi una marca, un prodotto o un servizio. Addirittura invitano i donatori a segnalare un video di youtube.

Difficile riuscire nell’impresa ma, grazie al passaparola, l’attenzione dei media e del web s’è spostata su di loro e su 30secondsofnothing. Vedremo come andrà a finire, magari sarebbe meglio sapere a che punto si trovano con la raccolta e cosa farebbero con i soldi ricevuti se non dovessero raggiungere l’obiettivo prefissato.

Riusciranno i nostri eroi ad entrare nella storia (e comunque gli venderanno davvero quei 30 secondi?) e ad essere ricordati insieme al mitico spot (regia di Ridley Scott) dei computer Macintosh, trasmesso durante il 18esimo Superbowl?

Non solo logo. Tagline 16 luglio 2008

Posted by Francesco in advertising.
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Quante volte ti è capitato di associare un marchio ad una frasetta che ti rimane dentro e te la sogni pure di notte? A me capita di imparanoiarmi con quella casa di formaggi che “vuol dire fiducia”. Ho scovato nella rete, grazie a questo blog, un elenco delle 100 tagline (perché così si chiamano, qui la definizione 2.0) più influenti a partire dal 1948. Sono piuttosto giovincello, non riesco a ricordarle tutte. Comunque nella mia memoria ci sarà sempre spazio per “think different” della Mela, “just do it” del Baffo, “we try harder” di quelli dei furgoni a noleggio, “un diamante è per sempre”, “I love New York”, “Intel inside” per rimanere in tema di Mela, “the king of beers” etc etc… E pensare che tagline del genere sono state create decenni fa e sono tuttora utilizzate. E’ davvero un ottimo strumento per rafforzare il proprio marchio e posizionarsi sul mercato. L’elenco completo: The 100 most influential taglines since 1948.

Automotive 2.0 15 luglio 2008

Posted by Francesco in web 2.0.
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Parliamo di macchine. Premessa. Personalmente non ci capisco molto e, figuriamoci, vado fiero della mia vecchia lanciay con elefantino blu rubatomi.

Alcuni giorni fa Gfk Eurisko ha pubblicato i risultati di una ricerca sul settore automotive. Ci si domandava come influisse la crisi economica e la percezione di minor benessere sull’intero settore e cosa si aspetta l’esigente consumatore italiano dalle case automobilistiche.

Dalla ricerca emerge che il consumatore italiano è più maturo e consapevole, quindi capace di informarsi bene prima di scegliere una macchina. Inoltre nonostante situazioni problematiche, come quella economica, sa costruire motivazioni d’acquisto e reagire agli stimoli. Emerge soprattutto che per costruire motivazioni d’acquisto è necessario puntare su una gestione più intensiva e proattiva del rapporto con il cliente. Strettamente legato a questo discorso è il discorso sulla marca. che svolge un ruolo fondamentale nel processo di acquisto. La marca deve creare atmosfere, comunicazione, relazioni one-to-one. Il tutto ntegrando attività di marketing e commerciali.

In base a tutte queste considerazioni devo fare i miei complimenti a Fiat, perché dopo il lancio del blog Quelli che Bravo e la campagna multimediale per fiat 500, ci riprova con DuePUNTOzero. Una vera e propria community dedicata a tutti gli appassionati di Punto e Grande Punto. La dimostrazione che Fiat è sempre più umana, sempre più vicina alla gente.

Una semiotica della passione 13 luglio 2008

Posted by Francesco in advertising, semiotica.
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Per chiudere il cerchio relativo alle analisi semiotiche applicate alle campagne Pubblicità Progresso è doveroso trattare anche il concetto di Passione. In questo modo accettiamo l’esistenza di una dimensione patemica all’interno di ogni testo e forma di significazione.

Anche questo testo è ripreso dalla mia tesi di laurea: La passione negli spot

Pubblicità Progresso 2008 11 luglio 2008

Posted by Francesco in advertising.
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Ieri ho parlato dell’analisi semiotica dello spot 2004 di Pubblicità Progresso. Oggi esce la seconda parte della campagna 2008. Il tema scelto è quello della sicurezza sul lavoro. Mentre la prima parte della campagna aveva come head: Sicurezza: Dovere Assoluto. Diritto Intoccabile, questa punta l’attenzione sull’utilizzo degli strumenti di protezione. E come head troviamo Un vero amico le prende al posto tuo. Quindi guanti, caschi protettivi e scarpe antinfortunistiche sono amici, oggetti di cui fidarsi. Stampa, tv, internet e radio. La campagna è stata realizzata dall’agenzia Life, Longari & Loman di Assocomunicazione, con la direzione creativa di Andrea Concato, mentre il film è stato girato da Mercurio Cinematografica, regia di Emanuele Cova.

Kotler ha definito la Fondazione Pubblicità Progresso un caso unico al mondo per gratuita disponibilità di investitori pubblicitari, editori, concessionarie, associazioni di categoria e creativi. Ma io voglio ricordare uno dei padri ispiratori dell’attività di Pubblicità Progresso, l’Advertising Council – Stati Uniti.

In allegato trovate una breve storia di questa associazione, attiva con centinaia di campagne l’anno ma anche strafinanziata da soggetti pubblici e privati.

advertising-council-storia

Analisi semiotica di uno spot sociale 10 luglio 2008

Posted by Francesco in advertising, premi, semiotica, sostenibilità, vita personale.
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Alcuni giorni fa un mio articolo scritto qui ha superato le 13000 visite. Si tratta di una analisi semiotica tratta dalla mia tesi di laurea (10_11_2004). Il motivo che allora mi ha spinto a pubblicarla è stato un forte desiderio di condivisione, in un periodo non del tutto 2.0. Quando mi affannavo alla ricerca di esempi di analisi semiotiche non trovavo mai nulla in rete. Ecco che io ho voluto lasciare questo piccolo regalo a chi dovrà confrontarsi con una analisi semiotica, sia essa per un esame che per una tesi di laurea.

La particolarità è che si tratta dell’analisi di uno spot sociale, firmato Pubblicità Progresso. Si tratta solo di una piccola parte della mia tesi di laurea, incentrata sul confronto tra i linguaggi e comunicazione di Pubblicità Progresso e Advertising Council.

Ho ricevuto molti contatti e-mail da parte di ragazzi che mi chiedevano un aiuto pratico. Purtroppo per realizzare una analisi semiotica ci vuole molto tempo ed un lavoro di analisi del testo, sia esso audiovisivo che altro, assai pignolo….ma chiedere non costa nulla.

Ripropongo l’analisi semiotica anche su questo blog:

analisi_semiotica_spot_sociale (pdf, 33 KB)

Di seguito propongo un tentativo di analisi semiotica dell’ultimo spot sociale realizzato da Pubblicità Progresso per la sua ultima campagna, utilizzando i principali concetti del settore.

Nello spot sono rappresentati i momenti chiave della giornata di un uomo colto dalla sindrome di Down. Assistiamo al suo risveglio, alla colazione, al viaggio verso il lavoro ed è in una cooperativa che poi lo vediamo impegnato, così come i suoi compagni, in piccole ma significanti attività. La sintesi della giornata tipo del nostro protagonista è intervallata da alcune inquadrature in primo piano dove c’è la sua presentazione e quella di altri ragazzi Down. Ma ci sono anche inquadrature che lo raffigurano in un campo innevato impegnato nel giocare con un pallone, nel leggere un libro, nel guardare il sole o semplicemente nell’ammirare un treno che passa.

Le tecniche di comunicazione pubblicitaria mostrano qui tutta la loro capacità nell’offrire, in un tempo ridotto, una notevole quantità di informazione e di emozione attraverso l’integrazione di due forme espressive, quella verbale (musica e parole) e quella visiva. Lo spot, in onda sulle principali emittenti televisive italiane dal 10 Marzo 2004, ha una durata di 40 secondi. Ma ricordiamo che è stato tratto (con un abile lavoro di montaggio) dal videoclip di 3 minuti e 30 secondi diretto dal regista Lo Giudice, che ha più volte collaborato con Lucio Dalla. Lo spot è stato girato proprio presso la Cooperativa solidarietà e vede come protagonisti i ragazzi disabili che vi lavorano e vivono. Un ruolo maggiore rispetto agli altri lo ricopre Ciccio (Sergio Borsetti), tanto da esser considerato il vero e proprio testimonial.

Lo spot è composto da 27 inquadrature in rapida successione tra loro, un elemento tipico di quasi ogni commercial al giorno d’oggi e sono caratterizzate dalla quasi staticità della macchina da presa. Quindi assistiamo ad una netta prevalenza del movimento del «profilmico» rispetto al movimento di macchina. Significa che viene riprodotto il movimento registrando ciò che si muove dentro il quadro dell’inquadratura. La profondità di campo di alcune inquadrature è bilanciata dai primi piani e dalle mezze figure con cui sono inquadrati alcuni soggetti. La prima inquadratura (2 secondi circa) si apre con lo schermo nero; successivamente iniziamo ad intravedere una piccola luce ed un uomo (Ciccio) inquadrato di spalle in mezza figura. La telecamera è fissa e capiamo che l’uomo sta aprendo la finestra. Si nota il paesaggio innevato, il cielo nuvoloso ed un sole nascente che indica l’inizio della nuova giornata. Nella seconda inquadratura (1,5 secondi circa) vediamo un treno scorrere sulla sinistra ai bordi di un prato coperto di neve. C’è quindi un leggero spostamento della cinepresa sull’asse, verso sinistra, che ci fa scoprire l’uomo della prima inquadratura mentre osserva un treno in movimento. Nella terza inquadratura (0,8 secondi) abbiamo di nuovo la camera fissa che inquadra Ciccio di spalle davanti allo specchio di un bagno; è in pigiama e sta lavando il suo viso che è riflesso nello specchio. La quarta inquadratura (1,8 secondi circa) ci mostra un contenitore d’acqua in primo piano ed un bicchiere; c’è un movimento sull’asse in verticale, dal basso verso l’alto, che ci fa scoprire di nuovo Ciccio (vestito per uscire) intento nel versare l’acqua. La quinta e sesta inquadratura (in totale 1,7 secondi circa) ci mostrano di nuovo l’uomo sul campo innevato che si toglie il cappello di lana e guarda in lontananza il passaggio di un pulmino ed il sole in parte coperto dalle nuvole. Nella sesta inquadratura ci si avvicina al volto di profilo. Nella settima inquadratura (2 secondi circa), siamo nell’ambiente di lavoro di Ciccio e lo si nota dagli scatoloni e dalle persone, tutte a far qualcosa di manuale. Il protagonista è sulla destra, con il braccio sinistro alzato saluta i compagni di lavoro, si volta e cammina verso la cinepresa. Qui l’operatore con la telecamera a mano, indietreggia leggermente. Nell’ottava e nona inquadratura (in totale 2,7 secondi circa), vediamo dapprima Ciccio in mezzo al solito prato mentre gioca con un pallone, lo calcia e successivamente assistiamo ad un suo primo piano e lui, sorridente, palleggia con i piedi. La decima inquadratura (1,5 secondi circa) ci porta dentro ad un autobus, Ciccio è seduto e guarda fuori dal finestrino illuminato da un raggio di sole. Notiamo la presenza dietro di lui di un’altra persona probabilmente affetta dalla stessa sindrome. L’undicesima e dodicesima inquadratura (in totale 1,8 secondi) ci mostrano l’uomo al lavoro, il suo lavoro; la mano afferra qualcosa e la cinepresa con un movimento verticale ci mostra il suo volto in primo piano. Nella tredicesima inquadratura (0,9 secondi circa) torniamo nel campo innevato e questa volta il testimonial è seduto in terra, appoggiato ad un albero, mentre legge le pagine di un libro. La quattordicesima inquadratura (3,5 secondi), la più lunga di tutte, fa parlare Ciccio che, in primo piano si presenta: «Io mi chiamo Ciccio. E allora?» Nella quindicesima (1,8 secondi circa) con un totale vediamo l’uomo muoversi e ballare vicino all’albero dove prima era seduto. A partire dalla sedicesima inquadratura fino alla ventiduesima (circa 5,3 secondi in totale) non abbiamo più il nostro protagonista ma i suoi compagni, che pronunciano la frase interrogativa: «E allora?». Si tratta di uomini e donne ripresi in primo piano o a mezza figura. Si stacca dalle precedenti la ventiduesima inquadratura che vede protagonista una ragazza, dapprima con gli occhi abbassati e poi rivolti verso la telecamera, che però non parla; lo fa per lei il suo volto ed il suo sorriso. Successivamente abbiamo uno stacco netto su nero e compare in bianco il pay-off della campagna «Se tu potessi sentirti come me, capiresti il bello della vita». A questo punto c’è una dissolvenza e ricompare, nella ventiquattresima inquadratura (1 secondo) Ciccio in primo piano che ride a bocca aperta e sembra divertito. Con un altro stacco abbiamo poi, in alto su sfondo nero, il logo di Pubblicità Progresso e più in basso prima il titolo della canzone «per sempre presente» e poi l’indirizzo e-mail http://www.eallora.org.

Questa inquadratura è autonoma e ri-semantizza le inquadrature precedenti manifestandole senza possibilità di fraintendimenti come spot sociale. Qui da una dimensione diegetica ci troviamo embrayati ad una dimensione discorsiva extra-diegetica. Praticamente non è più Pubblicità Progresso che ci mostra quelle immagini, ma è lo stesso istituto che ci dice che dietro tutto c’è la sua firma. Una dissolvenza incrociata ci introduce alla ventiseiesima inquadratura (1 secondo), col primo piano di Lucio Dalla, autore della canzone, che pronuncia anch’egli l’interrogativo «E allora?», accompagnato da uno sguardo serio. In sovrimpressione ricompare l’indirizzo e-mail. Un’altra dissolvenza incrociata ci porta in un sipario nero su cui compare maiuscolo, a grandi caratteri con una pulitissima scritta in bianco, il super «E Allora» che chiude lo spot.

È come se si manifestassero due discorsi incassati: un primo discorso inglobato, dato da Ciccio, i suoi sogni, i suoi amici che si presentano ed un secondo discorso inglobante, in cui si svela sia Pubblicità Progresso che Lucio Dalla, anche se il cantautore è presente con la sua musica lungo tutto lo spot.

Da notare l’importanza del montaggio (vera e propria sintassi di uno spot), qui simile ad una griglia in cui si possono collocare, ritrovando ordine, i fotogrammi, accostati secondo regole non cronologiche. Esso fa scattare la nostra comprensione e accende l’interesse per ciò che stiamo guardando. Sicuramente tale spot non si identifica come una storia, che invece è caratterizzata dalla presenza di sequenze di eventi che si sviluppano secondo una logica temporale-causale.

A parte le frasi diegetiche di presentazione dei soggetti dello spot, nel testo manca la dimensione del parlato. Ciò non fa altro che accentuare l’importanza della musica composta appositamente da Lucio Dalla per Pubblicità Progresso. Tale sonoro non è sovrapposto semplicemente alle immagini ma è un principio regolatore dell’organizzazione sincretica. In esso ritroviamo musicata all’inizio anche la frase pronunciata poi dai protagonisti: «Io mi chiamo (…) e allora?». Si tratta di un chiaro esempio di isotopia figurativa, ossia la ridondanza di un seme concreto lungo tutto il testo o lungo una sua parte. Viene anche descritta dalla Pozzato come un filo rosso semantico che percorre un testo garantendone la coerenza. Greimas la definisce come un «insieme ridondante di categorie semantiche, insieme che rende possibile la lettura uniforme». Assistiamo solo ad un leggero crescendo in intensità e tensione, quindi ad un climax espressivo, che si scioglie quando compare nell’ultima inquadratura Lucio Dalla. La musica all’interno dei testi audiovisivi è stata considerata importante da molti autori, tra cui Julien. Ha individuato tre modalità di manifestazione del senso: la musica del prodotto, quindi nel nostro caso del tema, quella del target e la musica del testo, dove l’ispirazione musicale deriva dalla natura del testo pubblicitario. Lo stesso autore ci parla di 5 funzioni che la musica è in grado di svolgere: demarcativa, decorativa, affettiva, poetica e implicativa. Quest’ultima è presente nel nostro spot in quanto rinforza il contatto con lo spettatore e lo concretizza sotto forma musicale, oltre a fornire un impatto nella memoria del destinatario.

A livello narrativo e discorsivo lo spot gioca sulla compresenza di due momenti temporali distinti: la giornata tipo di Ciccio, con tutte le sue attività ed un tempo indefinito, rappresentato da tutti quei momenti di voglia di vivere che vedono l’uomo, immerso nel verde, compiere gesti che dimostrano la sua normalità. Questi momenti richiamano l’idea di un sogno ma non possono esser racchiusi in una sequenza a parte perché queste inquadrature si intervallano con quelle che descrivono il resto della vita di Ciccio. Possiamo anche parlare di un continuo debrayage al tempo del sogno ed un altrettanto continuo embrayage al tempo dell’ora, della realtà. A sua volta questo tempo è debrayato rispetto all’istanza di enunciazione.

Per quanto riguarda il programma narrativo (seguendo il modello attanziale di Greimas) riconosciamo nella figura del Soggetto «il mondo della disabilità» in generale (quindi coloro che si sentono normali anche se dai più non vengono considerati tali). In questo senso Ciccio rappresenta un’unità partitiva in quanto è stato selezionato proprio lui da quella totalità partitiva, rappresentata dalla Cooperativa Solidarietà. Quindi l’attore è qui qualcosa in più del suo ruolo attanziale dato che possiede l’individualità, sancita anche da un nome proprio (ricordiamo che è lui a presentarsi, a dirci il suo nome). Essi sono alla ricerca del loro Oggetto di valore, dato dall’«abbattimento dei pregiudizi». Essendo in presenza di uno spot sociale l’oggetto risulta essere molto astratto, ma ricordiamo che non contano tanto le caratteristiche intrinseche dell’oggetto, quanto la valorizzazioni di cui esso si carica di volta in volta, contestualmente. Il ruolo attanziale del Destinante è ricoperto da Pubblicità Progresso, che ci ricorda la sua firma e presenza nelle ultime inquadrature, dove compare anche il proprio logo. Quest’ultimo è designato a firmare l’annuncio, a comunicare cioè al destinatario chi è il soggetto che si rivolge a lui con questo testo pubblicitario. È proprio a partire dall’idea di tale istituto che vengono rese salienti le tematiche dell’abbattimento del pregiudizio, del lavoro per tutti e del rispetto per ogni vita umana. Per quanto riguarda il ruolo del Destinatario è implicito che sia ricoperto dall’ampio target a cui si riferisce lo spot sociale, quindi in generale a tutta la popolazione italiana. Il ruolo di attore che svolge la funzione di Adiuvante è invece ricoperto da Lucio Dalla; è presente sia con la sua canzone che con l’apparizione alla fine dello spot, dove ripete anch’egli il claim «E allora?». Invece il ruolo di Oppositore implicitamente è ricoperto da coloro che hanno ancora dei pregiudizi nei confronti dei disabili.

Per quanto riguarda il piano dell’articolazione modale il soggetto è modalizzato secondo il «voler fare» ed il «poter fare»; infatti la ripetizione dell’interrogativo «E allora?», la fermezza con cui esso viene pronunciato, gli sguardi in camera, tutto fa pensare che siano proprio queste le modalità con cui il soggetto viene reso competente. Anche l’adiuvante sembra essere modalizzato secondo il «voler fare» e lo dimostra il fatto che con uno sguardo serio si rivolge al pubblico e pronuncia l’ennesimo «E allora?», in un tono ai confini tra l’imperativo e l’interrogativo.

A livello semionarrativo profondo quindi si può rintracciare una contrapposizione tra «Presente» e «Futuro». Un presente caratterizzato dal lavoro, dalle amicizie, dalle routine giornaliere ed un futuro legato al sogno, alla speranza di una maggiore libertà, di un maggiore apprezzamento, di una vita senza pregiudizi. «Tutti facciamo tutto e se tu che mi credi diverso potessi sentirti bene, felice, come me, lo capiresti», è il messaggio che si vuol lanciare. Ma questo futuro ancora non c’è ed è per questo che Pubblicità Progresso ha deciso di intervenire con lo spot sociale; ed è per questo che possiamo parlare di un programma narrativo virtualizzato, attualizzato, ma non ancora realizzato. Il quadrato semiotico, ideato da Greimas è una struttura che consente di articolare, sulla base di una serie di rapporti diversi (opposizione e implicazione), qualsiasi processo di significazione che prenderà successivamente forma nelle strutture discorsive. Viene visto come la rappresentazione visiva dell’articolazione logica di una categoria semantica qualsiasi. I vertici superiori sono legati dalla relazione di contrarietà (quelli inferiori invece da relazioni di sub-contrarietà), le diagonali tra vertici opposti da relazioni di contraddittorietà, i vertici non opposti da relazioni di complementarietà. Questa struttura profonda è incaricata di fornire la base logico-semantica alle successive operazioni propriamente narrative.